2022-2023
DONNE IN EQUILIBRIO
Wanda Miletti Ferragamo dal 1960 fino alla sua scomparsa, il 19 ottobre 2018, è stata la guida del brand Salvatore Ferragamo, cercando sempre un equilibrio tra la dimensione lavorativa e la famiglia. Nell’agosto del 1960, alla morte del marito, decide di non chiudere l’azienda ma anzi di trasformare un laboratorio artigianale di calzature da donna in una casa di moda, dove i figli possano dare continuità a quel solco di innovazione e creatività iniziato dal marito Salvatore. Donna riservata, Wanda Ferragamo non amava parlare di sé e ostentare i successi raggiunti. Per questo motivo è stato deciso di onorarne la memoria con una mostra che esaminasse la complessa realtà femminile in Italia tra gli anni Cinquanta e Sessanta, periodo in cui Wanda ha cambiato la propria vita. Sono gli anni del “miracolo economico”, contrassegnati da una profonda trasformazione del Paese, nel quale le donne si affacciano ai diversi settori della società, contribuendo alla costruzione dell’Italia repubblicana. Sono donne alla ricerca di nuovi modelli di esistenza che continua a interrogare il nostro presente, come dimostrano le interviste raccolte in un documentario in mostra. Il percorso espositivo, attraverso oggetti, abiti, opere d’arte, filmati, fotografie, intende così tratteggiare le attività e le scelte di donne di età diversa, anche in ambiti lavorativi fino ad allora riservati quasi esclusivamente agli uomini: donne delle professioni, dell’arte, della cultura, della politica e del lavoro che attraverso le loro esperienze personali illuminano la più lunga rivoluzione dell’età contemporanea, quella che ha segnato la fine della separazione dei ruoli sessuali.
Sullo sfondo si delineano i molti interrogativi che la pandemia ha evidenziato suggerendo l’urgenza di una più attenta lettura delle relazioni di genere. A tale scopo la mostra a Palazzo Spini Feroni si completa con un altro progetto espositivo, solo digitale, realizzato in collaborazione con il corso Arts Curating di Istituto Marangoni Firenze nel quale sono state raccolte e commentate opere e testimonianze di undici artiste internazionali, in una riflessione corale sul tema delle identità, soggetto centrale della nostra condizione contemporanea.
2021-2022
SETA
Sono cinquemila anni che il filo sottile e lucente generato dalla bava di un lepidottero dà origine al più bello dei tessuti, la seta, simbolo di regalità, eleganza e lusso, strumento di scambio tra Oriente e Occidente, emblema di civiltà e cultura. Ed è soprattutto nel fazzoletto da collo formato carré, per la sua natura di “quadro”, che la moda e l’industria tessile hanno sperimentato una gamma infinita di soluzioni creative, nella ricerca di disegni sempre originali ed esclusivi. La mostra ha lo scopo di raccontare il lungo e complesso processo che porta alla realizzazione del foulard stampato in seta, unione perfetta di una straordinaria intuizione creativa e di un alto artigianato industriale, attraverso l’esempio della Maison Salvatore Ferragamo, una delle aziende italiane di moda che di questo accessorio, insieme alla cravatta, ha fatto uno dei segni più riconoscibili del suo stile.
Fino al 1960 il nome Ferragamo è stato sinonimo di calzatura da donna. Ma l’obiettivo di Salvatore, il fondatore dell’azienda, era quello di trasformare il suo marchio in una casa di moda che vestisse la donna dai piedi alla testa. Un sogno che divenne realtà solo dopo la sua morte. Fu proprio una delle figlie, Fulvia a dare avvio agli inizi degli anni Settanta a una produzione continuativa di accessori in seta, da donna e da uomo, caratterizzata da stampati realizzati a Como con soggetti decorativi esclusivi, soprattutto fiori e animali esotici formati da un patchwork di fiori.
Questo mondo creativo ha infiniti riferimenti d’ispirazione: dall’arte orientale ai dipinti del Novecento, dalle opere d’arte conservate in tanti musei agli antichi tomi di botanica e scienze naturali, consultabili nelle sale dei rari di molte biblioteche o conosciuti attraverso le loro riproduzioni più recenti. Queste molteplici fonti venivano ridisegnate e annotate su fogli, stagione dopo stagione, sotto forma di variopinti collage che costituivano di volta in volta il mood board di partenza del nuovo tema creativo. Si tratta di una quantità immensa di materiale, che è stato in seguito riunito in oltre un migliaio di volumi oggi conservati nell’Archivio Salvatore Ferragamo. È questo particolare modo di raccogliere ed elaborare le idee a costituire il fil rouge curatoriale dell’allestimento e dell’intero percorso espositivo, dove i tessuti stampati, cravatte o foulard, sono accostati alle fonti d’ispirazione di ogni motivo: libri o dipinti, vasi o sculture, tutti provenienti da musei o collezioni pubbliche e combinati ai disegni preparatori, alle prove di colore. Una grande Wunderkammer che vuole significare quanto l’apparente semplicità di questi stampati in seta nasconda una grande complessità concettuale e produttiva, proprio come in un gioco di prestigio.
2019-2021
SUSTAINABLE THINKING
La “sostenibilità” definisce la capacità dell’uomo di “soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”. È una sfida che non riguarda solo le modalità di produzione, ma implica anche una maggiore attenzione all’ambiente. L’equilibrio deve essere ristabilito, a partire da un modo di pensare consapevole e condiviso, in grado di elaborare nuove strategie di sviluppo e di convivenza.
Il progetto Sustainable Thinking ha l’obiettivo di far riflettere su questi temi, attraverso le visioni della moda e dell’arte. Verso la sostenibilità guardano molti artisti, alcuni concentrati sul recupero di un rapporto con la natura, sull’impiego di materie organiche, sulla necessità del riuso creativo dei materiali o sulla relazione fra natura e tecnica; altri sull’importanza di un impegno collettivo volto alla rifondazione della società. L’industria della moda, da parte sua, non solo attraverso una nuova generazione di designer, ma anche tramite percorsi innovativi di brand consolidati sul mercato sta affrontando la via della sostenibilità, con l’adozione di nuovi materiali ecologici e performanti e il perfezionamento dei processi produttivi. In mostra, artisti, fashion designer, aziende produttrici di tessuti e di filati propongono una pluralità di spunti per una progettualità in grado di impiegare le nuove tecnologie senza subirle, declinare il locale con il globale, salvaguardare il nostro ecosistema.
Maria Sole Ferragamo, Artemisia, 2018.
Abito lungo realizzato con pellami di scarto della Salvatore Ferragamo, filo Guterman, 100% Polyester, Made in Germany, collante adesivo a base acquea e mastice.
Firenze, Maria Sole Ferragamo.
El Anatsui, Energy Spill, 2010.
Fili di alluminio, fili di rame e tappi di bottiglia.
Collezione privata.
Sezione della mostra dedicata al tema dell' Innovazione.
Per questa sala sono stati selezionati tessuti, abiti e accessori che introducono una nuova generazione di materiali e tecnologie all’avanguardia, risultati di una visione che integra innovazione, responsabilità, natura e creatività.
2018-2019
L’ITALIA A HOLLYWOOD
La storia raccontata in questa mostra, che analizza la presenza degli italiani in California nei primi decenni del Novecento e l’influenza che esercitarono in svariati settori – dall’architettura all’arte, dall’artigianato alla nascente industria cinematografica – prende avvio nel 1915, lo stesso anno in cui Salvatore Ferragamo raggiunge le assolate terre della West Coast. In quell’anno s’inaugura a San Francisco la Panama-Pacific International Exposition, dove la Cittadella Italiana di Marcello Piacentini fa epoca, gettando le basi per la potente e duratura influenza degli stilemi rinascimentali sul linguaggio architettonico locale.
Sullo sfondo del fenomeno migratorio italiano in quelle terre, che costituisce il fil rouge di tutto il progetto, e della Hollywood che si avvia a diventare la capitale mondiale della nascente industria cinematografica, si narra di personaggi che già ai loro tempi erano circondati dall’aura del mito, come Rodolfo Valentino, Enrico Caruso e Lina Cavalieri; di film epocali come Cabiria, Romola e Ben-Hur; dello Star System e di grandissimi registi; del ruolo importante che i musicisti italiani ebbero nella nascita della musica jazz; e dei moltissimi italiani che, lavorando “dietro le quinte”, diedero un contributo essenziale alla creazione del mito di Hollywood.
Un racconto complesso, fatto di parole e immagini, vario e sfaccettato: è questo il “set” su cui si innesta l’avvincente avventura creativa dello “Shoemaker of Dreams” in territorio americano.
Sezione della mostra dedicata all'Hollywood boot shop di Salvatore Ferragamo e i suoi clienti.
Nel 1923 Salvatore aprì il suo negozio a Hollywood.
Al suo arrivo in città scelse un locale sulla Hollywood Boulevard, che già vendeva scarpe con l’etichetta Hollywood Boot Shop. Non cambiò il nome, ma trasformò l’arredamento, inserendo colonne classiche, mobili di fattura neorinascimentale e un grande divano in modo da creare un’atmosfera intima dando all’ambiente l’aspetto di un palazzo italiano.
Arturo Martini, Ritratto di Lillian Gish, 1929, terracotta.
Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro.
Sezione dedicata alla Bellezza; eleganza, gesto teatrale, cultura: il fascino italiano.
Questa parte della mostra è dedicata a quegli italiani emigrati a Los Angeles che divennero famosi nella nascente industria cinematografica
nella vicina Hollywood.
Piatti in porcellana serigrafata di Piero Fornasetti, dal titolo Tema e variazioni che raffigurano il volto di Lina Cavalieri, cantante lirica italiana famosa negli stati Uniti e in california all'inizio del novecento, 1952-1966.
Milano, Archivio Fornasetti.
Nella prima sezione della mostra sono proiettate alcune scene tratte dal film a soggetto biblico e classico, Cabiria, uno dei più celebri kolossal della storia del cinema, diretto da Giovanni Pastrone nel 1914, fonte d'ispirazione per le pellicole cinematografiche di Intolerance di David Wark Griffith del 1916 e de I dieci comandamenti del 1923 di Cecil B. DeMille, per il quale Salvatore Ferragamo creò i sandali indossati dai protagonisti.
Nella foto da sinistra: Modellino del Tempio di Moloch in Cabiria; Pettorale ebraico, 1916. Da uno dei costumi di scena del film Intolerance, bronzo dorato e gemme in vetro incastonate, Larry McQueen, Los Angeles; Salvatore Ferragamo, Sandalo, 2013, fac simile della calzatura realizzata nel 1923 per il film I Dieci Comandamenti.
2017 - 2018
Il Ritorno in Italia
Nel 2017 in occasione dell’anniversario dei novant’anni del ritorno di Salvatore Ferragamo in Italia, nel 1927, dopo dodici anni trascorsi negli Stati Uniti, il Museo Salvatore Ferragamo ha ideato un progetto espositivo che si apre a una panoramica sull’Italia degli anni venti, decennio al quale oggi guardiamo come una vera fucina di idee e di sperimentazioni condotte con mente aperta e scevra da pregiudizi o condizionamenti ideologici. Ferragamo scelse di stabilirsi a Firenze in virtù della sua riconosciuta centralità nella geografia del gusto e dello stile nazionali in un momento storico scandito da molti ritorni: ritorno all’ordine, al mestiere, alla grande tradizione nazionale. La mostra narra proprio di questo attraversamento nella cultura del tempo, sviluppandolo per capitoli come un romanzo di formazione. Fil rouge del percorso espositivo è il viaggio in transatlantico che Ferragamo compie per tornare in Italia, inteso come metafora del suo itinerario mentale attraverso la cultura visiva dell’Italia degli anni venti, da cui estrae le tematiche e le opere che influenzarono, in maniera diretta o indiretta, la sua officina poetica; senza trascurare nessuno degli aspetti culturali e sociali che contraddistinsero la rinascita civile del primo dopoguerra, alla vigilia dell’autoritaria affermazione del regime fascista.
Sezione della mostra dedicata all'emancipazione femminile in Italia nel primo dopoguerra. In esposizione un guardaroba-tipo femminile, dipinti e ritratti fotografici di donne celebri che influenzarono e caratterizzarono il decennio.
Sezione della mostra dedicata al folclore e alle arti decorative in Italia durante gli anni venti.
Nella foto: Costumi da sposa e festivi, località Ollolai, Sardegna, 1910-1911
Roma, Museo Nazionale delle Arti e tradizioni popolari.
Sezione dedicata al corpo e la sua estetica negli anni venti attraverso opere d'arte del periodo.
In primo piano: Luciano Baldessari, Luminator, 1929. Stand Tessili Italiani all’Esposizione Internazionale di Barcellona.
2016 - 2017
Tra Arte e Moda
La mostra promossa e organizzata dalla Fondazione Ferragamo e dal Museo Salvatore Ferragamo riflette il complesso rapporto tra arte e moda.
Prendendo spunto dalla storia di Salvatore Ferragamo che, affascinato dalle avanguardie artistiche del Novecento, si ispirò al mondo dell’arte collaborando con molti degli artisti a lui contemporanei, il progetto analizza, attraverso case history, le forme di dialogo tra i due mondi: contaminazioni, sovrapposizioni e collaborazioni, dalle esperienze dei Preraffaelliti, a quelle del Futurismo, dalle complesse vicende del Surrealismo a quelle del Radical Fashion, soffermando l’attenzione su alcuni atelier degli anni cinquanta e sessanta, luogo di studio e di incontri, e sulla nascita della cultura della celebrità per proseguire fino alle sperimentazioni degli anni novanta e arrivare ad interrogarsi se nell’industria culturale contemporanea si possa ancora parlare di mondi distinti o di un fluido gioco di ruoli.
Sezione della mostra dedicata a Salvatore Ferragamo e alle sue calzature considerate già negli anni trenta manufatti di valore artistico, nelle quali la maestria tecnica si sposa alla creatività concettuale.
Elsa Schiaparelli con Salvador Dalí, Abito da sera, collezione febbraio 1937, organza di seta stampata con motivo di aragosta e prezzemolo.
Filadelfia, Philadelphia Museum of Art, dono di Elsa Schiaparelli (1969).
Elsa Schiaparelli era incline al mondo degli artisti di avanguardia con cui era cresciuta e a una concezione della moda sperimentale e ludica. I modelli che Salvador Dalí e Jean Cocteau disegnarono per lei proponevano, tuttavia, una riflessione sul significato della moda e si inserivano all’interno di collezioni estremamente inventive in cui i linguaggi del Dadaismo e del Surrealismo venivano utilizzati in modo fantasioso.
Nel corso dell’Ottocento, la moda cominciò a dilagare nelle città con il contributo dell’industria tessile e di nuove forme di distribuzione commerciale. Fu una metamorfosi totale, che diede anche inizio a forme originali di dialogo fra arte e moda. I rapporti fra i due mondi si fecero più stretti e frequenti. Tramite una serie di esempi, la sezione propone un percorso attraverso questo dialogo che si svolge ormai da più di un secolo.
In questa sezione dal titolo Giochi di ruolo, la moda come l’arte si interroga sulle sue pratiche attraverso il lavoro di una serie di autori come Hussein Chalayan, Martin Margiela, Viktor & Rolf, Helmut Lang, Nick Cave.
Yohji Yamamoto, Top e gonna, collezione autunno/inverno 1991-1992, listelli di legno irregolari e pezzi di lana uniti da cardini.
Tokyo, Yohji Yamamoto Inc.
2015 - 2016
Un palazzo e la città
Nel 2015 si celebra il 150° anniversario di Firenze Capitale d’Italia. Quale migliore occasione per dedicare una mostra e un catalogo a Palazzo Spini Feroni, che fu sede del Municipio e il luogo dove vennero prese quelle importanti decisioni che dettero alla città di Firenze l’assetto urbanistico attuale.
Alla metà dell’Ottocento il palazzo ebbe per la prima volta una vocazione pubblica dopo secoli di proprietà privata, a cominciare da Geri Spini, banchiere di papa Bonifacio VIII, che proprio attraverso l’imponenza della costruzione volle manifestare il potere della sua famiglia. Dopo gli Spini si succedettero i Guasconi, i da Bagnano, i Feroni, famiglie nobiliari che commissionarono mirabili decorazioni artistiche, fino ad arrivare al XIX secolo, quando l’istrionico palazzo divenne albergo di lusso e ospitò il cancelliere Metternich e il compositore Franz Liszt, fu poi sede della Comunità di Firenze, del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux e semplice abitazione di personaggi singolari, come Girolamo Segato, noto per la pratica di “pietrificare” i cadaveri. Nel Novecento, quando Salvatore Ferragamo acquistò l’edificio, il palazzo conobbe una nuova stagione, accogliendo laboratori artistici, atelier di moda e famose gallerie d’arte, aperte alla valorizzazione sia dell’arte antica sia di quella contemporanea. La mostra racconta questa complessa storia, con il contributo di specialisti di settore e di un grande scenografo come Maurizio Balò. Il palazzo, con la cornice di Firenze, rappresenta uno spaccato della cultura italiana ed è oggi il simbolo nel mondo dell’azienda di moda Ferragamo che vi ha sede e vi opera: la dimostrazione evidente del fatto che il talento degli italiani vive grazie anche ai luoghi in cui lavora e di cui si nutre e che la bellezza genera bellezza.
Sezione dal titolo Salvatore Ferragamo e il suo palazzo.
Quando Salvatore Ferragamo arrivò dall’America in Italia nel 1927 scelse di stabilirsi a Firenze perché la città rappresentava nel mondo l’artigianato e l’arte italiana. Nel 1938 acquistò Palazzo Spini Feroni, un edificio centrale nella la storia e nel panorama della città sin dal Medioevo.
Particolare della prima sala della mostra nella quale è stato riprodotto il locale che ospitava, prima del 1960, l'archivio di calzature Salvatore Ferragamo.
Sezione della mostra che racconta la vita delle tre gallerie d’arte, Jesurum, Ciardiello e Bellini, che furono locate all’interno di Palazzo Spini Feroni per un decennio, dal 1928 al 1938. Nei loro ambienti furono organizzate importantissime mostre di arte antica e contemporanea, che intendevano fare di Firenze la vera antagonista di Parigi.
Sezione della mostra dedicata a Dante Alighieri.
L’allestimento suggerisce lo studio dell’artista e allude nella particolare carta da parati sulle pareti, con i gigli d’oro su campo rosso, al gusto di metà Ottocento.
Scuola robbiana, Ritratto di Dante, XVI secolo, terracotta invetriata.
Firenze, collezione privata Bellini – Museo Bellini.
2014 – 2015
Equilibrium
La mostra si basa su un confronto tra opere d’arte di valore e significato eccezionali e media diversi – pittura, scultura, fotografia, video, cinema, edizioni a stampa – arricchito da documentari e testimonianze storiche, immagini d'archivio e da una serie di interviste a personaggi celebri della nostra epoca: Wanda Ferragamo, James Ferragamo, Jerry Ferragamo, Reinhold Messner, Eleonora Abbagnato, Will Self, Cecil Balmond e Philippe Petit.
Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni.
In primo piano una riproduzione ingigantita del cambrione, l’invenzione più celebre di Salvatore Ferragamo: una lamina in acciaio, leggera ma resistente, da inserire nelle calzature a supporto dell’arco del piede. Con l'ausilio del pendolo, come un architetto, Ferragamo spiegava che il peso del corpo cade proprio sull’arco plantare ed è questa parte della scarpa che deve essere sostenuta.
Auguste Rodin, Saint Jean-Baptiste, 1878, gesso.
Parigi, Musée Rodin.
Foto Christian Baraja.
Cecil Balmond, Equilibrium, struttura in acciaio inossidabile curvato, cavi in acciaio inossidabile e nodo centrale in acciaio inossidabile più due plinti in legno con lati in acrilico specchiato. Istallazione realizzata nel 2014 per la mostra Equilibrium.
2013 – 2014
Il calzolaio prodigioso
La mostra propone un originale excursus nel mondo delle fiabe, da quelle classiche della tradizione a quelle create espressamente per questa occasione, in cui i temi portanti sono le scarpe e l’arte magica del calzolaio.
Il tema diventa in questa esposizione fonte d’ispirazione per artisti contemporanei, musicisti, cineasti e autori di fumetti.
Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni.
Costumi di scena, schizzi, modellini del cortometraggio animato White Shoe liberamente ispirato ad un episodio della vita di Salvatore Ferragamo bambino (riportato nella sua autobiografia Il calzolaio dei sogni, 1957), scritto e diretto da Mauro Borrelli.
Nella sala dedicata alle fiabe sulle scarpe e sulla figura del calzolaio, sono esposte le tavole del fumetto realizzato per la mostra da Frank Espinosa, Nascita di un sogno, 2013, sulla vita di Salvatore Ferragamo. Testo e disegni, 26 tavole e una di copertina a colori, tecnica mista (acrilico/ gouache su matita e inchiostro a china) su carta di diversi spessori, con dettagli e inserti in carta di riso.
Courtesy Frank Espinosa, New York.
Giambologna, Mercurio, dopo il 1580 (probabilmente primi anni del XVII secolo) Bronzo saldato a disco e fissato su piedistallo di simil-metallo.
Firenze, Museo Nazionale del Bargello
2012 – 2013
Marilyn
A cinquant’anni dalla morte di Marilyn Monroe, la mostra ripropone immagini, film, interviste, documenti inediti, abiti, calzature e oggetti della celebre attrice.
Un nucleo straordinario di fotografie scattate a Marilyn sono messe a confronto con la potenza dell’archetipo e la sopravvivenza del mito, la cui grandezza risiede proprio nella doppia natura d’icona femminile spiritualizzata e di donna pop.
Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni.
Praga, Prague Castle Riding School.
Sezione della mostra dedicata agli abiti e alle scarpe di scena dell'attrice.
Sezione dedicata alle scarpe che Salvatore Ferragamo realizzò per l'attrice dal 1954 fino alla sua morte.
Antonio Canova, Ninfa dormiente, 1822, gesso.
Possagno (Treviso), Fondazione Canova onlus, Museo e Gipsoteca Antonio Canova.
2012
Archivi segreti
A cura di Stefania Ricci.
Dedicata al prezioso archivio aziendale ed ai suoi contenuti, in un susseguirsi tra arte e storia, genio e tecnica, la mostra ripercorre il fascino senza tempo della Salvatore Ferragamo, attraverso le testimonianze documentarie, i macchinari ed i prodotti realizzati nel corso del tempo, dimostrando per un’impresa l’importanza di conservare la propria storia e di valorizzarla.
Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni.
2011
Ispirazioni e visioni
A cura di Stefania Ricci e Sergio Risaliti.
Cosa accomuna il Mantello di penne di Ibis rubra, realizzato nel XVI secolo in Brasile e appartenuto alle collezioni di Cosimo II de’Medici, proveniente dal Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze, le opere di Sonia Delaunay , o i disegni di Andy Warhol di scarpe su foglia d’oro ai modelli di Ferragamo? Le risposte si ritrovano nel viaggio compiuto a ritroso nell’immaginario di Salvatore Ferragamo, alla ricerca delle fonti della sua fantasia creativa.
Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni.
2010 – 2011
A regola d’arte
A cura di Stefania Ricci.
L’uomo artigiano non è solo chi lavora con le mani ma è colui che svolge bene il proprio mestiere, a ‘regola d’arte’. Da questo concetto parte l’ispirazione di questa mostra, che, ripercorrendo la storia dell’azienda Salvatore Ferragamo vuole proporsi come occasione di riflessione sui valori che hanno permesso ad un’impresa ben radicata nella tradizione artigianale e artistica della città di Firenze di mantenere intatto questo DNA anche nel passaggio alla produzione industriale.
Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni.
2010
Greta Garbo
Il mistero dello stile
La mostra analizza il mito della grande diva del cinema attraverso il suo raffinato guardaroba e le scarpe create per lei da Salvatore Ferragamo, sin dagli anni venti del Novecento.
febbraio-aprile 2010, Milano, Triennale di Milano, Design Museum
maggio-ottobre 2010, Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni
Scarpe realizzate da Salvatore Ferragamo per Greta Garbo, che amava abiti e scarpe comode. Tra queste è ‘Greta’ una creazione con tomaia senza cucitura, punta morbida e una semplice fibbia.
Armadio contenente abiti e accessori dell'attrice.
Esposti in questa sezione della mostra, i costumi indossati dall'attrice nei film, recuperati da istituzioni, musei e collezionisti privati.
Sezione della mostra che accoglie gli abiti e gli accessori personali della star, firmati Valentino, Emilio Pucci, Givenchy e altri famosi stilisti.
Dettaglio della sezione dal titolo Una donna contemporanea nella quale è dimostrato lo stile contemporaneo della Garbo.
2009
Australia behind the scenes
A cura di Stefania Ricci. Mostra dedicata all’ultimo film con Nicole Kidman, diretto da Baz Luhrmann, per il quale la Salvatore Ferragamo ha realizzato venti modelli di calzature ispirate agli originali modelli dell’epoca di Salvatore Ferragamo conservati nel museo.
Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni.
2008
Salvatore Ferragamo Evolving Legend 1928-2008
A cura di Stefania Ricci e Cristina Morozzi. E’ la mostra che celebra l’ottantesimo anniversario di attività della Salvatore Ferragamo, un excursus, riassunto in 12 sezioni, tra i prodotti simbolo di Salvatore Ferragamo, calzature, borse, abbigliamento, foulard, bijoux oltre che tra i principi fondamentali e i valori su cui si è costruita l’identità del marchio.
Marzo-Maggio 2008, Shanghai, Museum of Contemporary Art.
Settembre-Novembre 2008, Milano, Triennale Design Museum.
2006 – 2010
Creatività a colori
A cura di Stefania Ricci. E’ dedicata al colore nella moda e nelle scarpe di Salvatore Ferragamo, che delle tinte cromatiche decise, tratte dall’arte delle avanguardie del Novecento, ha fatto un segno del suo stile.
Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni.
2006
Sueños que caminan / Walking Dreams.
Salvatore Ferragamo 1898-1960
E’ la prima mostra in America Latina dedicata alla creatività di Salvatore Ferragamo attraverso l’esposizione di 80 scarpe create tra il 1924 e il 1960.
Città del Messico, Museo del Palacio de Bellas Artes.
2004 - 2005
A Love Affair with shoes
A cura di Stefania Ricci.
I modelli creati da Ferragamo per alcune delle più famose attrici del cinema internazionale suggeriscono gusti, capricci e personalità, ma soprattutto la passione che le donne hanno per le scarpe.
Febbraio 2004, New York Salvatore Ferragamo Flagship store.
Aprile 2004, Hong Kong, Pacific Place.
Ottobre 2004, Taipei, negozio Salvatore Ferragamo.
Novembre 2004 Osaka, Salvatore Ferragamo Flagship store.
Dicembre 2004, Tokyo Salvatore Ferragamo Flagship store.
Marzo-Aprile 2005, Singapore negozio Salvatore Ferragamo.
Dettaglio dell'allestimento della mostra.
Brevetti e marchi di impresa di Ferragamo : un mondo di idee e di invenzioni recuperato presso l’Archivio centrale dello Stato di Roma ed esposto insieme alle straordinarie calzature create da Salvatore Ferragamo.
Salvatore Ferragamo, Kimo, 1951, sandalo a listini in capretto con calzetta ‘kimo’ in raso.
Salvatore Ferragamo, Sandalo, 1940, velluto profilato in capretto, tacco e intersuola in legno ricoperti in capretto.
2003 - 2004
Game
A cura di Mariuccia Casadio e Stefania Ricci.
Una calzatura ispirata ad un modello degli anni Venti diventa il soggetto o l’oggetto sul quale 19 artisti contemporanei hanno espresso la loro creatività usando tecniche diverse di lavorazione. Opere di Vanessa Beecroft, Jeff Burton, Marta dell’Angelo, Lara Favaretto, Angelo Filomeno, Sylvie Fleury, Luis Gispert, Mark Handforth, Brad Kalhamer, Naoto Kawahara, Armin Linke, Amdeo Martegani, Gabriele Picco, Rob Pruitt, Tobias Rehberger, Andreas Schulze, Rosemarie Trockel, Hellen Van Meene, Pae White. Settembre 2003, New York Salvatore Ferragamo Flagship store; Gennaio 2004 Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni; Aprile 2004, Tokyo, Salvatore Ferragamo Flagship store; Ottobre 2004, Milano, negozio Milano donna.
2000
Scarpe e piedi famosi
A cura di Stefania Ricci.
Le scarpe realizzate da Ferragamo per i personaggi famosi, dalle star di Hollywood alle famiglie regnanti, i loro modelli preferiti, i colori e i materiali più usati.
Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni.
1999 - 2001
Audrey Hepburn una donna, lo stile
A cura di Gianluca Bauzano e Stefania Ricci.
La mostra ha viaggiato nel mondo, nei seguenti allestimenti:
Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni
Sidney, Powerhouse Museum
Nel corso del 2000
Tokyo, Nihombashi-Mitsukoshi Museum
Fukuoka, Mitsukoshi Museum
Kanazawa, Daiwa Museum
Hiroshima, Sogo Museum
Nagoya, Matsuzakaya Museum
Sapporo, Seibu Museum
Kobe, Daimaru Museum
Kyoto, Daimaru Museum
Osaka, Shinsaibashi-Daimaru Museum
Sendai, Fujisaki Museum
Nel corso del 2001:
Francoforte, Deutsche Filmmuseum
Abiti e accessori indossati dalla Hepburn sul set e nella vita privata, provenienti dalla collezione personale dell’attrice, dagli studios americani e dal sarto francese Hubert de Givenchy.
Abiti e accessori indossati dalla Hepburn sul set e nella vita privata, provenienti dalla collezione personale dell’attrice, messa a disposizione dai figli, dagli studios americani e dal sarto francese Hubert de Givenchy.
Salvatore Ferragamo, Ballerina, 1954, tomaia in camoscio e cinturino in capretto, tacco basso ovale e suola a conchiglia brevettata. Il modello fu creato per l’attrice Audrey Hepburn
Abiti e accessori indossati dalla Hepburn sul set e nella vita privata, provenienti dalla collezione personale dell’attrice, messa a disposizione dai figli, dagli studios americani e dal sarto francese Hubert de Givenchy.
Dettaglio di una sala della mostra - ritratti fotografici dell'attrice nei quali i vari autori evidenziano la particolarità del suo volto che la rese così famosa.
Dettaglio dell'allestimento in bambù progettato da Teshigahara Hiroshi, artista, regista e sceneggiatore giapponese.
Salvatore Ferragamo, Prototipo di sandalo, 1930, tomaia in capretto, tacco in ottone.
Salvatore Ferragamo, Kimo, 1951, sandalo a listini in capretto con calzetta Kimo in raso. Foto di Ikko Tanaka.
1998
Cenerentola: la scarpa ritrovata
A cura di Michael Howells, Jenny Beavan e Stefania Ricci.
In occasione della Biennale di moda e cinema a Firenze il mito di Cenerentola nel cinema, nella musica e nella letteratura si rinnova in una calzatura creata da Ferragamo per il film Ever After: A Cinderella story.
Ever After: A Cinderella Story di Andy Tennant (Twenty Century Fox) Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni.
1997
Tanaka Ikko, la grafica del Giappone
A cura di Gian Carlo Calza.
Per la prima volta in Italia, in mostra l’opera di uno dei maggiori grafici giapponesi del XX secolo. Milano, Padiglione d’Arte Contemporanea.
1997
Materiali per la fantasia
Materiali per la fantasia, a cura di Stefania Ricci. La creatività di Salvatore si è espressa soprattutto attraverso l’uso dei materiali, dai più preziosi ai più poveri, dai metalli preziosi al sughero e alla rafia.
Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni
1996
Bruce Weber. Secret love
Una retrospettiva del grande fotografo americano, a cura di Germano Celant e Martin Harrison, in occasione della Biennale di arte e moda a Firenze.
Firenze, Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni.
1992
Salvatore Ferragamo. The Art of the Shoe
La mostra retrospettiva approda negli USA, Paese Adottivo di Salvatore Ferragamo, dove instaurò i suoi contatti con il nascente star-system hollywoodiano.
Los Angeles, Los Angeles County Museum.
1985
I Protagonisti della Moda. Salvatore Ferragamo (1898-1960)
La mostra è stata progettata in collaborazione con la Galleria del Costume di Palazzo Pitti e il Centro Mostre di Firenze e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze.
È stata la mostra retrospettiva che ha dato un decisivo impulso alla nascita del Museo Salvatore Ferragamo. Firenze, Palazzo Strozzi.
Salvatore Ferragamo, Rainbow, 1938, sandalo in capretto, tacco e piattaforma di sughero ricoperti di camoscio. Il modello fu realizzato per Judy Garland.
Salvatore Ferragamo, Sandalo, 1938, raso e capretto, piattaforma e zeppa di sughero rivestito di velluto con applicazione di un telaio in ottone tempestato di strass. Il modello fu creato per Indira Devi, Maharani di Cooch Behar.
Dettaglio di una delle sale della mostra.
Salvatore Ferragamo, Décolleté, 1958-1959, tomaia in coccodrillo. Il modello fu creato per l’attrice americana Marilyn Monroe.
Sandali realizzati da Salvatore Ferragamo nel 1943 con piattaforma e tacco a zeppa in legno intagliato e dipinto a mano a motivi geometrici.