La vita familiare viene allietata dalla nascita di due figlie, Fiamma e Giovanna, sebbene la guerra non garantisca un futuro sereno. L’8 settembre 1945 nasce il primo figlio maschio, Ferruccio. Finito il conflitto anche per Firenze e per i Ferragamo gli anni della ricostruzione rappresentano un periodo di crescita. Si riaprono le frontiere e riprende il commercio con l’estero. Nascono altri tre figli, Fulvia, Leonardo e Massimo. Aumenta la famiglia ma anche gli impegni e i viaggi di lavoro. Partecipa alla vita dell’azienda attraverso i racconti del marito e in occasioni eccezionali, come quando nel 1954 Audrey Hepburn viene a Firenze per ordinare alcune paia di scarpe dal famoso calzolaio.
Nel 1958 Salvatore compie un viaggio in Australia. Quando torna cominciano a presentarsi i sintomi di una grave malattia. Fiamma, la figlia maggiore, lascia gli studi classici. Al fianco del padre, impara tutto ciò che serve sulle calzature. Anche Giovanna interrompe gli studi liceali per frequentare un corso di design di moda alla scuola Lucrezia Tornabuoni di Firenze. Nel 1959 crea la sua prima collezione di abbigliamento che viene presentata al Plaza Hotel di New York.
Il 7 agosto 1960 Salvatore muore a Forte dei Marmi. Wanda è distrutta dal dolore e dalla preoccupazione del domani, nonostante che gli operai intervenuti al funerale cerchino di rassicurarla: “Vedrà Signora ce la faremo, noi l’aiuteremo”. Non ha mai lavorato. In seguito molti le hanno chiesto come ha potuto farcela. “Non lo so”, rispondeva “La donna è un po’ custode dei sentimenti che animano l’unione. Un poco alla volta mi è venuta fuori quell’energia necessaria per andare avanti. Io che mi ero sempre e soltanto occupata della mia famiglia, ho dovuto fronteggiare tutto. Management, rifornimenti, cose tecniche, controllo delle spese. Io credo che tutte, o quasi tutte, le donne saprebbero condurre bene un’azienda se sono in grado di amministrare saggiamente la loro famiglia”.
Ci sono tante idee che Salvatore ha lasciato incompiute e che devono essere portate avanti, come quella di adattare i suoi sistemi di lavorazione e di calzata rigorosamente basati sul fatto a mano alla crescente domanda del mercato, che richiede l’impiego di macchine. Il compito di traghettare le scarpe nella produzione industriale spetta a Jerry, nipote di Salvatore, a cui lo zio aveva insegnato tutti gli aspetti tecnici delle calzature.